Da quasi vent'anni, Roberto Conte esplora con la sua macchina fotografica le sfumature della struttura urbana, trasformando la curiosità in arte visiva. La sua abilità nel vedere oltre il dettaglio superficiale e catturare l'essenza delle architetture dimenticate, gli permette di raccontare storie di un passato ricco di significato attraverso le sue immagini.
Il suo viaggio nel campo della fotografia d’architettura ha inizio a Milano, dove ha iniziato a esplorare e fotografare luoghi abbandonati, attratto più dalla struttura e dalla forma che dal dettaglio superficiale.
"Non avevo particolari velleità fotografiche, ma ero affascinato dall'elemento strutturale di questi luoghi."
Questo fascino per la struttura e la forma ha portato Roberto a esplorare non solo il passato, ma anche le correnti architettoniche moderne, dal razionalismo al brutalismo, a noi tanto caro, fino al modernismo sovietico.
La sua filosofia fotografica si distingue per un approccio lento e riflessivo, che lo porta a considerare la fotografia come un potente strumento per raccontare la storia di luoghi ed edifici. Per Conte, ogni scatto è pensato come un documento storico che cristallizza lo stato di un luogo in un momento specifico, raccontando non solo il presente, ma anche il passato di un edificio o di uno spazio.
Uno degli elementi chiave del lavoro di Conte è la traduzione degli spazi tridimensionali in immagini bidimensionali, un compito che richiede una grande attenzione alla composizione e all'illuminazione. "Molte persone non hanno modo di vedere con i propri occhi quello che racconto in foto", afferma. "È una bellissima responsabilità cercare di farlo nel modo più autoriale possibile."
INFLUENZE
Roberto è ispirato da figure come Gabriele Basilico, fotografo di architetture milanesi autore di immagini e pensieri che hanno influenzato moltissimo i suoi scatti e riflessioni. Poi naturalmente Bernd e Hilla Becher, fondatori della scuola di Düsseldorf, da un certo punto di vista i veri iniziatori della fotografia di architettura moderna. Conte alla lista aggiunge anche il nome, magari sorprendente per alcuni, di Giovanni Battista Piranesi, le cui vedute e rappresentazioni di luoghi e rovine sono stati un riferimento per lui imprescindibile sia per quanto riguarda il modo di approcciarsi agli spazi, siano essi urbani o di un altro tempo, sia per le tante accortezze compositive e prospettiche che introduceva nelle sue opere.
BRUTALISMO
Quando si parla di brutalismo, la passione di Roberto si accende. "Lo considero un fenomeno di grande e libera sperimentazione," dice. "Penso che debba essere rivalutato senza preconcetti, e fortunatamente sta accadendo proprio ora."
A tal proposito, Roberto ha dato vita a Brutalist Italy, una selezione di più di 100 edifici brutalisti italiani raccontati attraverso 146 immagini, raccolte durante 5 anni di viaggi in compagnia di Stefano Perego, architecture photographer.
Questa corrente architettonica, con le sue forme geometriche audaci e massicce, ha influenzato profondamente il suo lavoro, portandolo a sviluppare uno stile unico e riconoscibile.
Così come per Conte, anche per noi il brutalismo è stato una fonte d'ispirazione fondamentale per la nuova collezione Audace. In particolare, il design della cassa, che dal 2019 è simbolo della nostra identità, riflette questa influenza, con linee audaci e una struttura solida che incarnano lo spirito di libera sperimentazione e innovazione che il brutalismo rappresenta.
"Sono stato incuriosito da un brand italiano presente nel mercato da poco, ma molto serio e in grado di proporre prodotti così maturi", dice Roberto. “La collezione Audace, con il suo design ispirato al brutalismo, rappresenta un perfetto dialogo tra linee e materiali, un design fresco e fuori dagli schemi che racchiude in sé un’eredità di esperienze progettuali coraggiose”.
La partnership tra Roberto Conte e Nostas rappresenta un incontro di menti creative, unite dalla passione per l'arte e l'architettura. Condividiamo con Roberto una visione che va oltre l'apparenza, esplorando la profondità delle forme e delle strutture che ci circondano.